Giornata della Memoria: nasce il Civico Giusto.

Una mattonella da apporre ai portoni dei condomini dove sono stati nascosti e salvati dai rastrellamenti gli ebrei, ma anche i partigiani e i perseguitati politici braccati dai nazifascisti. Un civico giusto con un QRcode in grado di raccontare, scansionandolo con un device, la storia “buona” che si è consumata fra quelle mura. La presentazione del progetto si è tenuta oggi alle ore 11 a Viale Giotto 24 dove Bruno Fantera – Giusto fra le Nazioni ricordato a Yad Vashem, rifugiò e mise in salvo un’intera famiglia di ebrei romani fino al giorno della Liberazione.

Parte dunque da Roma - ma mira a diffondersi in tutta Italia e all’estero - il progetto di Roma Bpa – Mamma Roma e i suoi Figli Migliori (nato da un’intuizione di Fabrizio Fantera, figlio di Bruno) e che sarà portato avanti in collaborazione con la neonata Rete di scuole: “Memorie. Roma: una città mille storie” e il Museo storico della Liberazione, l’Archivio Centrale di Stato, l’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi (Icbsa) e Dipartimenti universitari. Dalla maestria dell’artista artigiano Dante Mortet invece la creazione del Civico Giusto: l’opera, dalle dimensioni di un consueto numero civico, rappresenta un carrubo, simbolo di fertilità e solidarietà posto all'interno di una casa stilizzata e albero principe del Viale dei Giusti in Israele.

 

 

"Il Civico Giusto vuole rendere visibile e tangibile il ruolo di chi ebbe il coraggio di non restare inerme ma che, in un momento così difficile, rischiò la propria vita per proteggere altri uomini. Un grande lavoro che non a caso coinvolge scuole e luoghi di formazione. Un vero e proprio data base della città messo a disposizione di tutti e soprattutto della Roma che verrà e dei cittadini che abiteranno quelle case. Ci auguriamo che le istituzioni e le imprese più sensibili possano sostenere insieme a noi questo grande operazione che, leggendo il passato, parla al futuro". È quanto dichiara Paolo Masini presidente di Romabpa - Mamma Roma e i suoi figli migliori, che dal 2017 lavora per riconoscere, sostenere e mettere in rete la parte migliore di Roma.

Il lavoro di raccolta e verifica delle fonti

 

Il lavoro di raccolta e di verifica di tutte le storie vedrà protagoniste varie realtà. Le scuole romane della neonata rete "Memorie. Roma: una città, mille storie", grazie a un lavoro in sinergia con il Romabpa e all’estensione territoriale ramificata, andranno alla scoperta delle storie, molte delle quali ancora sconosciute.

 

Il prof. Alessandro Portelli, tra i massimi esperti di storia orale, il prof. Antonio Parisella, Presidente del Museo Storico della Liberazione, il prof. Michele Di Sivo, vicedirettore dell’Archivio di Stato di Roma e docente di Didattica della Storia presso l’Università Roma Tre, Piero Cavallari, archivista presso l’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi e responsabile del gruppo di lavoro “Storia orale”, accompagneranno questo percorso degli studenti nella ricerca e nella comunicazione di quelle storie. Pertanto ogni “Civico Giusto”, prima di essere riconosciuto tale, passerà attraverso una serie di controlli scientifici che ne garantiranno la correttezza, la veridicità e la coerenza storica.

 

Il ruolo delle scuole

 

Un progetto che di grandissima valenza educativa e civica. Attraverso la ricerca e lo studio delle fonti, orali e documentarie, i ragazzi imparano a conoscere la propria città e la generosità dei suoi abitanti. La grande storia è anche fatta dalle piccole storie di eroi inconsapevoli che, davanti all’ingiustizia, sono stati capaci di non voltarsi dall’altra parte, mossi non da protagonismo, ma da umanità, solidarietà, senso civico. La città, al di là dei suoi meravigliosi monumenti e delle sue strade, diventa così una comunità di donne e uomini eredi di un passato che li unisce e non smette di insegnare i grandi valori su cui si fonda la nostra società”, dichiara Maria Grazia Lancellotti, dirigente scolastico del Liceo Orazio di Roma, scuola capofila della rete “Memorie. Roma: una città, mille storie”.

 

“Quei gesti generosi che hanno cambiato destini e vite meritano di essere onorati e ricordati. Ripartire dal ricordo, dalla tradizione orale, dai documenti può restituirli. Che siano dei ragazzi, dalla scuola all’Università, ad agire per questo insegna loro che il mondo in cui viviamo è l’esito di scelte, dalle grandi alle minuscole, e che la ricostruzione delle storie viene dalla capacità di interpretare i segni del passato e le sue fonti: salvare una vita salva il mondo si fa un’evidenza concreta, fisica”. E’ quanto riferisce il professor Michele De Sivo, docente di Didattica della Storia a Roma Tre e storico dell’Archivio di Stato.

 

Le parole di Fabrizio Fantera

“Su viale Giotto a Porta S. Paolo tre pietre d’inciampo al civico 3e ricordano la famiglia Veneziani che venne rastrellata e inviata a morire ad Auschwitz. Salendo lungo il viale, al civico 24, non un segno, non una pietra, non una targa. Lì Bruno Fantera e sua madre Esifile, mio padre e mia nonna, nascosero e salvarono una intera famiglia di ebrei romani fino alla liberazione: stessa strada, stessa città, stesso periodo storico eppure una grande differenza. C’è chi ha deciso in un senso e chi in un altro, ma ora si può inciampare solo sul male e non sul bene. Occorre una rivoluzione culturale per invertire la narrazione e raccontare anche la storia dei Giusti perché, come ci ricorda la vicenda Covid, ancora oggi nessuno si salva da solo”.

 

L’importanza della memoria e dell’esempio

“Il Civico Giusto” è dunque un luogo dove qualcuno ha disobbedito a un violento ordine esterno per lasciar prevalere una rischiosa disposizione interna: proteggere un perseguitato ed esporsi alla persecuzione. Tutto ciò presuppone il nascosto: si copre il protetto e si cela l’evento, perché meno tracce restano meglio è. Questa attitudine si è mantenuta anche dopo la fine della guerra e il ritorno alla quotidianità: la maggior parte di queste coraggiose persone ha tenuto per sé gli avvenimenti, ritenendoli comportamenti “normali” in una situazione eccezionale di cui non valeva la pena parlare.

Anche la memoria, con i suoi esempi, però, rischia così di essere sepolta nel silenzio della storia e non esistere più. Quei gesti, invece, hanno cambiato destini e vite e dunque hanno seminato il mondo.

 

Il progetto “Il Civico Giusto” ha l’ambizione di riportare nei loro quartieri e nelle loro case, quegli “alberi” affinché i loro frutti possano maturare nelle coscienze delle nuove generazioni e spandere nuovi semi di solidarietà, inclusione e fratellanza. Questo è il motivo per cui è stato scelto come simbolo il carrubo, l’albero che ricorda molti di loro nei “Giardini dei Giusti” di tutto il mondo.

 

"Il Civico Giusto" sarà un lavoro step by step, e verrà raccolto e documentato sia sul sito  ufficiale dell'associazione www.romabpa.it, che su  www. ilcivicogiusto.it.

Si potranno proporre storie finora sconosciute agli studiosi attraverso la mail: ilcivicogiusto@romabpa.it.

(Da LEGGO.IT del Mercoledì 27 Gennaio 2021, 18:48)

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