Acqua e neve e Roma torna ad essere un gran campo da golf se non un percorso minato da zona di guerra. Buche grandi, profonde, pericolosissime per chi va in macchina, in moto e a piedi. Per tutti, insomma. La cronaca in questo articolo del Corriere della Sera online. Illuminante. Ma per chi come me ha provato a dedicare da Assessore ai Lavori Pubblici la massima attenzione alla manutenzione stradale vedere cosa sta succedendo a Roma è sconfortante.
Per carità, non è problema di oggi e come spesso faccio cerco di commentare con garbo le scelte e le non scelte di chi oggi ha l’onore e l’onere di gestire Roma. So cosa significa e non mi piace sparare a caso. Tanto più dietro una tastiera. Quando eravamo Assessore ai Lavori Pubblici, abbiamo provato a passare dall'emergenza alla prevenzione attraverso un metodo innovativo per la prima volta usato in Italia (leggi qui).
Abbiamo avviato una lotta alla corruzione attraverso il patto per la legalità. Con controlli a sorpresa che facevo personalmente a campione sui nostri cantieri. Per poi, insieme all’Università, fare carotaggi per vedere quanto e quale prodotto avevano messo sulle nostre strade. Infine avevamo pensato pure al futuro, con un asfalto che, oltre ad avere maggiore durata nel tempo, assicura un drenaggio più consistente e massima aderenza al suolo. Una strada che ha unito al bitume il polverino dei pneumatici esausti (leggi qui).
Non ultimo l'utilizzo di materiale ricoeso per sanare le nostre voragini. Una innovazione che ha consentito un grande vantaggio per l ambiente e pere casse del comune. Il 70 % di euro risparmiati è qualche cava in meno in giro per l Italia. Anche questa buona pratica è stata subito interrotta dalla giunta Raggi.
Senza fare sterili polemiche, ma non sarebbe stato utile alla città non buttare alle ortiche tutto questo patrimonio di innovazione e legalità solo perché proveniente da un’altra Amministrazione?